Beviamo.
Perché aspettare le lucerne?
Breve il tempo.
O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte,
perché il figlio di Zeus e di Sèmele
diede agli uomini il vino
per dimenticare i dolori.
Versa due parti d’acqua e una di vino;
e colma le tazze fino all’orlo:
e una segua subito l’altra.
Alceo, traduzione di Salvatore Quasimodo.
Convivialità e immancabile vino: il Simposio nella tradizione greca e romana antica, segue il banchetto, con danze, canti, conversazione, giochi e bevute in compagnia. Da qui nasce un vero e proprio genere letterario di grande successo.
Il gioco più diffuso, che si può ritrovare su pitture e vasi, era il kottabos (Kòttabos o Cottabo). Si scagliava il fondo del vino rimasto nella tazza (làtax o latàghe) per colpire i piattelli (plàstinghes) messi su un’asta di bronzo (rhàbdos kottabikè). Il gesto del lancio richiedeva destrezza e sensualità: nel mentre, si invocava il nome della persona desiderata.
Che dire…
senza per forza complicarci la vita con evoluzioni ginniche, beviamo e amiamo!
Immagine di copertina – Scena di Simposio: musica e conversazione. Dalla Tomba del tuffatore. Museo Archeologico Nazionale di Paestum.