Il dibattito nazionale sul Lambrusco si fa sempre più acceso: con l’unione di tutti gli interessati, in difesa di un nome che potrebbe essere liberalizzato come da proposta della Commissione Europea.
In seguito all’incontro di sabato 30 gennaio, che potete approfondire sulle news di Lambrusco.net, più di trenta consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna, hanno depositato una risoluzione regionale, per chiarire gli impegni della Giunta regionale per la tutela del Lambrusco.
“Da alcuni mesi – afferma la Regione Emilia-Romagna – è in atto il tentativo, da parte della Commissione Europea Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale, di rivedere il vigente regolamento che tutela i vini Dop e Igp e che riguarda in particolare tutte quelle denominazioni di vini, registrate e quindi protette già a partire dagli anni Sessanta e Settanta, che vedono la Dop costituita dal nome del vitigno autoctono affiancato dal nome della regione geografica. È noto come le uve Lambrusco siano coltivate principalmente in Emilia-Romagna e Lombardia nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova. Rivedere il regolamento implica una serie di conseguenze negative, per tutta la viticoltura italiana con poche esclusioni, in evidente contrasto con alcuni dei principali cardini della strategia Europa 2020. In particolare, la potenziale proliferazione di etichette a livello comunitario, con conseguente danno alla tutela del consumatore rispetto alla chiarezza di informazioni sui prodotti e le filiere produttive; inoltre, il danno in termini di competitività e strategie di crescita ai sistemi territoriali che hanno investito nella tutela, nella valorizzazione e nella promozione dei propri patrimoni varietali e della biodiversità”.
Quindi: si intensificheranno le azioni di opposizione alla proposta di liberalizzazione, costruendone un coordinamento; sostenere, in accordo con gli enti locali e gli altri soggetti coinvolti, la tutela della produzione del vino Lambrusco attraverso il riconoscimento a livello comunitario europeo; dare continuità alla promozione della filiera agroalimentare regionale in termini di qualità, sicurezza e tipicità.
La filiera del Lambrusco è oggi costituita da circa 8000 aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, con più di 1000 addetti. Questo distretto è fortemente innovativo, tanto che il Lambrusco è diventato oggi il vino italiano più apprezzato ed esportato nei mercati internazionali, distribuito in cinquantadue Paesi in cinque continenti.
L’elenco completo dei firmatari della risoluzione: Serri (Pd), Delmonte (Ln), Torri (Sel), Foti (Fdi-An), Bertani (M5s), Bagnari (Pd), Lori (Pd), Cardinali (Pd), Caliandro (Pd), Poli (Pd), Rontini (Pd), Soncini (Pd), Boschini (Pd), Mori (Pd), Bignami (Fi), Campedelli (Pd), Taruffi (Sel), Bessi (Pd), Iotti (Pd), Calvano (Pd), Paruolo (Pd), Pompignoli (Ln), Prodi (Pd), Mumolo (Pd), Sensoli (M5s), Sassi (M5s), Tarasconi (Pd), Francesca Marchetti (Pd), Gibertoni (M5s), Sabattini (Pd), Ravaioli (Pd).