Ermi Bagni, direttore del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, ci ha parlato della presenza del Consorzio al Vinitaly di quest’anno:
“Lo stand è su due piani, nello stand dell’Emilia Romagna. Nel piano terra ospitiamo gli espositori che possono relazionarsi con altre realtà commerciali e con i consumatori. Nel piano superiore abbiamo un’area riservata per le degustazioni, gli appuntamenti e gli incontri. Lo spazio è condiviso tra il Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi e il Consorzio dei Vini Reggiani, che propongono tutti i prodotti delle aziende consorziate. Inoltre ospitiamo il laboratorio per lo studio e la valorizzazione dei prodotti di origine enologica Biogest Siteia, interno al Dipartimento di Scienze della Vite dell’Università di Modena e Reggio Emilia e i nostri blogger di Lambrusco Valley.
Quest’anno siamo riusciti a migliorare il percorso interno e l’installazione. Abbiamo più spazio dedicato alla singola cantina e un percorso di visita ottimizzato. Riusciamo così a dare valore e visibilità al concetto fondante del consorzio: le imprese che hanno scelto il consorzio trovano una situazione di coesione e di appoggio reciproco.
Il lambrusco è il vino italiano più esportato: questo porta una grande notorietà ma anche frequenti casi di imitazione. Per far fronte a questo problema spendiamo 120 mila euro all’anno in spese legali. Questo, se da un lato è un costo, dall’altro riflette un aspetto positivo: il lambrusco è un vino “che va”, che funziona molto a livello globale e che dunque è attrattivo anche per chi cerca di trarne vantaggio attraverso le imitazioni.
Quello che ci fa piacere è sentire i visitatori che ci dicono che quest’anno il lambrusco si presenta per quello che è: un vino importante, acquistabile a un prezzo accessibile.”