La Traviata, una delle opere più famose di Giuseppe Verdi, inizia con la spensieratezza di un banchetto. Abiti da ballo, cibo squisito, spumanti e un bicchiere in mano per celebrare la vita: “Libiamo, libiamo ne’ lieti calici, che la bellezza infiora; e la fuggevol’ ora s’inebrii a voluttà”.
Inizia così la riflessione di Stefania Ruffo, sommelier e wine educator del web magazine inglese “Glass of Bubbly”, che vede nella musica e nel lambrusco un’accoppiata ancora oggi vincente.
“Eseguita nei principali teatri del mondo, questa scena [de La Traviata] è un invito a deliziare nel vino e nei piaceri dell’amore. Come dimenticare le interpretazioni eccezionali regalate dal tenore Luciano Pavarotti che ha dato al personaggio di Alfredo una personalità audace e un’impetuosa passione?”
La passione per il Tenore non era limitata solo alla musica. Amava anche la pasta e il vino, in particolare il Lambrusco ghiacciato. Bollicine rosse prodotte nella sua terra natale: la campagna modenese. Durante l’autunno – continua la sommelier – questi luoghi meravigliosi sono dipinti con colori caldi che donano agli amanti del vino una vista incantevole sui vigneti vestiti di rosso rubino, arancione zucca e giallo ocra. È proprio qui che le uve di Lambrusco vengono coltivate fin dal periodo medievale dando vita a “uno spumante selvaggio e ineducato”, come lo definiva Pavarotti.
La produzione di Lambrusco è diffusa in tutta la provincia di Modena – spiega la Ruffo – e comprende quattro varietà: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco Salamino di Santa Croce e Lambrusco di Modena. I vini sono principalmente ottenuti con il metodo Charmat e sono caratterizzati da evidenti note olfattive vinose e leggermente fruttate che generano una schiuma evanescente dalla delicata sfumatura violacea attorno ai bordi.
Il Lambrusco è ottimo come aperitivo e si accompagna divinamente ai piatti tipici di Modena come lo zampone, il cotechino con le lenticchie, le lasagne, le tagliatelle al ragù e i tortellini in brodo. Può essere abbinato anche a formaggi come il Parmigiano Reggiano.
Cleto Chiarli, Villa di Corlo, Zucchi, Barbolini e Cantina Paltrinieri sono solo alcuni degli esempi citati nel web magazine.
“C’è una connessione naturale e innegabile tra il Lambrusco e l’opera – conclude Stefania Ruffo – forse perché Giuseppe Verdi è nato in questa regione, forse perché questo rosso scintillante era il preferito di Luciano Pavarotti o semplicemente perché la sua schiuma sembra uno strumento. Comunque, qualunque cosa sia, bere un bicchiere di Lambrusco ricorda di essere in un teatro: i ricami dorati abbelliscono i palchi dove la gente aspetta silenziosamente. Spesse tende di velluto rosso si aprono lentamente rivelando la scena. Per qualche secondo il silenzio sospende il tempo; che lo spettacolo abbia inizio.”