Con questa poesia “pura”, il Premio Nobel caraibico rivendica, invita, esulta. Con un bicchiere di vino in mano, offerto a se stessi.
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
The time will come
When, with elation,
You will greet yourself arriving
At your own door, in your own mirror,
And each will smile at the other’s welcome,
And say, sit here. Eat.
You will love again the stranger who was your self.
Give wine. Give bread. Give back your heart
To itself, to the stranger who has loved you.
All your life, whom you ignored
For another, who knows you by heart.
Take down the love letters from the bookshelf,
The photographs, the desperate notes,
Peel your own image from the mirror.
Sit. Feast on your life.
A questo link, una video intervista di Rai Cultura.