Recentemente il Wall Street Journal, prestigiosa rivista statunitense, ha pubblicato un articolo che svela quanto scienziati e ricercatori siano vicini ad individuare una formula in grado concentrare tutte le proprietà benefiche del vino rosso in un’unica pillola.
La sostanza su cui studiosi dei maggiori centri di ricerca del mondo si stanno concentrando è il resveratrolo, un elemento già da tempo studiato per i suoi poteri antiossidanti, che è in grado di prolungare la vita e proteggere da una vasta gamma di disturbi tra cui le malattie cardiache, diabete e il morbo di Alzheimer.
Al momento, sono numerosi i test condotti per capire quali siano le potenzialità resveratrolo e in che modo può agire positivamente sull’organismo umano. Eppure, nonostante sia stato ampiamente testato su vermi, moscerini e topi, e con ottimi risultati, restano ancora problematici i test sull’uomo che dimostrano un grado di complessità maggiore. Il resveratrolo si trova naturalmente nel vino rosso. La sua concentrazione nella bevanda è generalmente bassa e si trova in combinazione con molte altre sostanze, per questo studiare i suoi benefici per la salute tra i bevitori di vino non è pratico e per nulla scontato. Il resveratrolo, infatti, viene metabolizzato nel fegato così rapidamente che è necessario somministrarlo a concentrazioni molto alte per studiarne l’efficacia.
Secondo un recente studio della Georgetown University Medical Center il resveratrolo potrebbe rallentare la progressione dell’Alzheimer se usato in una dose equivalente a circa 1.000 bottiglie di vino rosso al giorno. Un quantitativo inimmaginabile. Per questo i ricercatori sono intenti all’individuazione di una formula per sintetizzare la sostanza e poterla somministrare. Per il momento si sa solo che dosi elevate di resveratrolo possono causare effetti collaterali come nausea, vomito e diarrea. Nel 2010, infatti, un test effettuato per la realizzazione di un farmaco a base di resveratrolo che sarebbe dovuto essere impiegato per il trattamento di un tipo di tumore del sangue, l’esito fu che l’alto dosaggio portava a stati di disidratazione che sarebbero potuti evolvere in gravi problemi renali.
Ora gli scienziati sperano di riuscire a superare questo problema aumentando la potenza del resveratrolo mantenendo dosi più moderate. E, mentre i ricercatori dell’Università del New South Wales, vicino Sydney, stanno studiando la possibilità che la sostanza aumenti la sua efficacia se accompagnata ad altri ingredienti che si trovano nel vino rosso, il professor Alberto Bertelli, del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, afferma sia l’alcool ad aiutare il resveratrolo a entrare nel flusso sanguigno più efficacemente. Da una sua precedente ricerca infatti, il dottor Bertelli, aveva evinto che la concentrazione di resveratrolo nel sangue dei ratti trattati con vino rosso era superiore rispetto a quella nel sangue degli stessi animali a cui era stato però somministrato il resveratrolo sintetizzato.
Sfortunatamente per gli enofili, questo non significa che i medici raccomanderanno di bere vino rosso. Gli effetti benefici del resveratrolo non scongiurerebbero i danni evidenti provocati da un consumo smodato di alcol.
Il resveratrolo, che si può trovare anche in alimenti come frutti di bosco e cioccolato fondente, è oggi in commercio sotto forma di integratore alimentare. Non ci sono però prove che gli integratori a base di resveratrolo sintetizzato funzionino, questi prodotti sono regolati come alimenti e non come farmaci, pertanto i produttori non sono tenuti ad eseguire alcun studio clinico per attestarne l’efficacia.
Sempre in Australia il neuroscienziato Nady Braidy, dell’università del CHEBA (Centre for Healthy Brain Ageing), è vicino alla formula perfetta che simuli l’effetto di un bicchiere di vino rosso senza avere gli effetti negativi dell’alcol. Questa formula avrebbe una dose di resveratrolo inferiore a 25 milligrammi, equivalente alla dose contenuta in 13 bottiglie di vino rosso. I ricercatori l’hanno recentemente testata attraverso un piccolo studio che ha coinvolto cinquanta persone, da questo test si è potuto constatare una crescita dei livelli di NAD+, una sostanza chimica (coenzima) i cui livelli diminuiscono in tutte le cellule con l’avanzare dell’età, che aumentando porta ad un “ringiovanimento”.
La Jupiter Orphan Therapeutics, compagnia farmaceutica con sede in Florida, ha realizzato una formula in cui la concentrazione di resveratrolo, secondo il test effettuato sui topi, era 17 volte superiore a quella del normale resveratrolo sintetizzato. Questo perché il resveratrolo prodotto dalla loro formula sembra essere metabolizzato dal fegato più lentamente. Attualmente il prodotto, chiamato Joltron, è in attesa di essere brevettato. Intanto il Murdoch Childrens Research Institute di Melbourne, in Australia, si è detto interessato a testare la formula sui pazienti affetti da atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa molto rara che causa una graduale perdita del controllo degli arti. In un precedente studio, condotto su 24 persone, era stato infatti rivelato che una dose elevata di resveratrolo porta un miglioramento dell’attività motoria.
Insomma, sono tanti gli studi in atto e notevoli i passi avanti compiuti, ma in attesa della formula perfetta l’unica cosa che ci resta da fare per la salute sembra essere bere un bicchiere di buon vino rosso!