Alla Cantina di Santa Croce: la cantina e i soci

Continuiamo a parlarvi della Cantina di Santa Croce attraverso le parole del suo vicepresidente Dott. Lauro Coronati, che abbiamo intervistato nei locali della cantina.

 

Come vi suddividete i compiti in cantina?

 

In cooperativa esiste, ovviamente, un consiglio di amministrazione che ogni tre anni si rinnova. Il voto dei membri del CdA è individuale ed è ininfluente la quantità di uva conferita.

 

Il direttore è Villiam Frigeri. È un enologo e non è socio della cooperativa. Presa la sua professionalità alla cantina e i suoi ruoli sono quelli di dirigerla e di compiere delle scelte.

 

È fondamentale avere una figura permanente dentro la cantina che sia in grado sia di portare avanti le politiche proposte nel tempo dai vari CdA che di proporre delle soluzioni proprie.

 

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La crescita che ha avuto la cantina dalla fine degli anni ’80 a oggi è dovuta proprio alle scelte compiute dal CdA e dalle persone che lavorano per la cooperativa.

C’è una forte sintonia fra il consiglio, il direttore e chi lavora per la cooperativa.

 

Vi faccio un esempio: a marzo abbiamo tenuto un’assemblea dei soci ordinaria, ma al tempo stesso, per l’argomento trattato è da considerare straordinaria perché in tutta la vita della cooperativa se ne erano tenute solo altre due. L’assemblea si è tenuta in occasione dell’acquisto di un terreno utile per l’ampliamento della cooperativa.

 

In quell’occasione abbiamo registrato una presenza di soci mai realizzata in tutta la vita della cooperativa. Il numero complessivo dei soci presenti è stato superiore al 60% del totale: è una percentuale altissima!

 

 

Alla Cantina di Santa Croce la presenza dei soci è molto forte, forse perché le dimensioni non sono troppo grandi, e il socio può avere un ruolo importante nelle assemblee. È una presenza in sintonia con la politica portata avanti dal CdA.

 

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Che tipo di rapporto si instaura fra la cantina e i soci?

 

Il rapporto con i soci qui da noi è tenuto in forte considerazione. È un rapporto che negli anni ha coinvolto i nonni, ha coinvolto i padri, coinvolge chi ci sta lavorando e coinvolgerà, in futuro, i loro figli. La cantina è un patrimonio che i soci sentono come loro. Bisogna tenere conto che in questo territorio la produzione vitivinicola è fondamentale. Nella nostra area la produzione si basa sulla vite, sull’allevamento, e sulla frutta.

 

Il settore vitivinicolo è la fonte principale di reddito per le imprese agricole della zona. La cantina è una struttura che prosegue il lavoro svolto in campagna e porta il proprio prodotto alla vendita. I soci considerano quella della cantina un’attività che è parte integrante del proprio lavoro.

 

Il loro lavoro si conclude con la vendemmia, ma il testimone, da quel momento in poi, lo porta la cooperativa, alla quale possono partecipare perché è comunque loro.

 

La cooperativa ha un ruolo fortemente connesso al loro produrre.

 

Noi abbiamo dei soci che conferiscono in diverse strutture cooperative. Ciò nonostante vengono, partecipano, dimostrano di tenerci a questa cantina.

 

 

Qual è il ciclo della vita dell’uva che viene conferita dai vostri soci?

 

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I soci ci portano il prodotto e sanno, dopo un anno circa, quanto saranno remunerati. È una cifra variabile. Non paghiamo in base a un valore di mercato (ammesso che esista).

 

Il conferimento funziona così:

il socio porta il suo prodotto, questo viene catalogato in base alla quantità, alla varietà di uva e ad altre caratteristiche qualitative.

 

La cantina seleziona le uve e provvede alla loro trasformazione a vino, e successivamente alla vendita delle varie tipologie di vino ottenuto.  A fine esercizio facciamo il bilancio e individuiamo, detraendo i costi sostenuti, la quota da distribuire ai soci.

 

Il valore di riparto è variabile di anno in anno, essendo collegato all’andamento dei prezzi di mercato. Qui da noi il valore di conferimento dell’uva è di circa 5 milioni di euro, somma che deve essere poi ripartita sui quintali di uva conferita, secondo le varie caratteristiche di classificazione.

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